Uno degli scopi di questo blog è quello di far conoscere i migliori monasteri italiani, cioè quei monasteri nei quali c'è un clima di fervore religioso e di osservanza della Regola. Alcuni amici toscani mi hanno parlato molto bene del monastero delle Carmelitane Scalze di Antignano (Livorno). Questo Carmelo è stato edificato nel 1938 su una collinetta ai piedi di Montenero (quartiere di Livorno), in un luogo isolato e particolarmente adatto al raccoglimento e alla preghiera. Le suore si svegliano alle 5.30 e trascorrono il resto della giornata tra la preghiera, la meditazione e il lavoro (orto, cucito, pittura, ricamo, uncinetto, produzione di strumenti di penitenza, eccetera). La vita religiosa è bella solo se vissuta nella fedeltà al carisma del proprio Fondatore. Le Carmelitane di Antignano sono delle degne seguaci di Santa Teresa d'Avila e il loro stile di vita attira un discreto numero di vocazioni. Attualmente nel monastero vivono 15 religiose, tra le quali alcune giovani suore che hanno fatto i voti temporanei e sono in attesa di fare i voti perpetui. Recandosi nel parlatorio negli orari stabiliti è possibile parlare con qualche suora presente dietro le severe grate della clausura. Le ragazze in discernimento vocazionale possono chiedere un incontro in parlatorio con la priora, suora molto spirituale e dedita alla vita di perfezione cristiana. Nella chiesetta del monastero la Messa viene celebrata alle 7.50 nei giorni feriali e alle 8.30 nei giorni festivi.Per contatti:
Monastero Santa Teresa di Gesù
Via delle Carmelitane 21
57128 Antignano (Livorno)
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Le suore di clausura rappresentano una delle espressioni più radicali e profonde della vita religiosa cristiana. Scelgono di vivere separate dal mondo, in monasteri dove il silenzio, la preghiera e la contemplazione diventano strumenti quotidiani di comunione con Dio. Questa scelta non è una fuga dalla realtà, ma un modo diverso di abitarla, offrendo la propria esistenza come sacrificio e intercessione per l’umanità. La clausura non è solo fisica, ma anche spirituale: le suore rinunciano ai contatti sociali, alla tecnologia, alla frenesia del vivere moderno, per dedicarsi interamente alla vita interiore. Ogni giorno è scandito da ritmi precisi: la liturgia delle ore, il lavoro manuale, la lettura spirituale, il silenzio. In questo contesto, anche le attività più semplici, come cucire, coltivare l’orto o preparare il pane, assumono un valore sacramentale, diventando preghiera incarnata. Le comunità di clausura sono spesso invisibili agli occhi del mondo, ma la loro presenza è potente: sono luoghi di pace, di ascolto, di accoglienza per chi cerca conforto o una parola di luce. Alcuni monasteri aprono le porte a chi desidera fare un’esperienza di ritiro, offrendo ospitalità in un clima di discrezione e raccoglimento. Le vocazioni alla clausura sono rare e preziose, frutto di un lungo discernimento e di una chiamata interiore che sfida le logiche del tempo. Le suore non vivono isolate, ma in comunione profonda con la Chiesa e con il mondo, che portano ogni giorno nella preghiera. La loro vita è una testimonianza silenziosa ma eloquente di fede, speranza e amore. In un’epoca dominata dalla visibilità e dalla velocità, la clausura è un segno controcorrente, che invita a riscoprire il valore del silenzio, della gratuità e della presenza. Le suore di clausura non cercano il successo né il riconoscimento, ma vivono per essere un riflesso della luce divina, nascosta ma reale, che continua a illuminare il cammino di molti.
