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martedì 12 novembre 2019

Il trionfo dell’amore

Dagli scritti di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena (1893 – 1953).


O mio Dio, che in me vi sia solo amore, che tutto venga dall’amore e tutto vada all’amore. 

1 - La vita dell’anima giunta all’unione totale può definirsi un unico, continuo, intensissimo esercizio di amore mediante il quale si dona senza posa al suo Dio. Tutte le sue potenze, non solo purificate, ma anche perfettamente armonizzate, s’impiegano a gara nel servizio divino: «l’intelletto, applicandosi a conoscere le cose che sono di maggior gloria di Dio, per compierle; la volontà, amando tutto quello che a Dio piace e volgendo l’affetto a lui in ogni cosa; la memoria, avendo sollecito pensiero di ciò che appartiene al divino servizio e torna più gradito al Signore» (G.C. C. 28, 3). Non solo, ma anche la parte sensibile, anche il corpo con tutti i suoi sensi prende parte a questo magnifico concerto d’amore sì che l’anima può davvero dire che tutto il suo «capitale» ossia tutte le sue potenze spirituali e sensibili - è completamente impiegato nell’esercizio del santo amore. «Difatti - spiega il Dottore mistico - [ella] tratta il corpo secondo Dio, indirizzando a lui le operazioni dei sensi interni ed esterni. Inoltre le quattro passioni dell’anima [cioè il gaudio, la speranza, il timore e il dolore] sono regolate secondo Dio; perché ella non gode se non di Dio, né spera in altri che in Dio, né teme fuorché di Dio, né si duole se non secondo Dio; infine tutti i suoi appetiti e sollecitudini tendono a lui solo» (ivi, 4).  

La fiamma amorosa della sapienza divina si è talmente impadronita di quest’anima, l’ha talmente purificata e innamorata di Dio solo, che tutto il suo essere e tutte le sue potenze non vibrano che per lui, non operano che per servirlo e dargli gusto, non sono affamate che di lui, non desiderano altro che a lui donarsi ed a lui unirsi in amore perfetto. È così che anche i primi moti di quest’anima sono moti di amore: «l’intelletto, la volontà e la memoria subito corrono a Dio; e similmente gli affetti, i sensi, i desideri, gli appetiti, la speranza, il gaudio subito… di primo slancio salgono a Dio» (ivi, 5). L’amore è diventato l’atmosfera in cui l’anima si muove, è diventato il suo respiro, la sua vita. I duri sacrifici, le aspre lotte e le rinunce del passato, quando il suo esercizio d’amore consisteva «nello spogliarsi di tutto ciò che non è Dio» (G.C. S. II, 5, 7), le sembrano ora un nulla in confronto del gran bene conseguito e ripete con entusiasmo: «Tutto è poco quando si tratta di fare acquisto del puro e vero amor di Dio» (TM. Sp. p. 131). 

2 - L’amore dell’anima che ha fatto la totale donazione di sé a Dio è il vero amore puro. Amore puro, perché non più mescolato al minimo affetto di creatura o alla minima ricerca di sé. Amore puro, perché sale direttamente e velocemente a Dio attraverso tutte le circostanze della vita, senza mai fermarsi in alcuna cosa creata. Di tutti gli avvenimenti, di tutti i doveri, di tutte le azioni l’anima si serve per amare il suo Dio, che è quanto dire donarsi a lui, servendolo come a lui maggiormente piace. L’anima non ha più bisogno, come nel tempo passato, di applicarsi particolarmente a questa o a quella virtù, perché le ha già acquistate tutte in modo perfetto, ma «sì nel disbrigo delle faccende temporali, come nella pratica delle cose spirituali... il suo esercizio consiste solamente in amare» (G.C. C. 28, 9). Non ha più bisogno del richiamo e del pungolo di una legge esterna che la guidi, perché sua legge è il grande amore che porta dentro di sé e che la spinge a cercare ed a volere in tutte le cose il divino beneplacito. «Ama e fa’ quello che vuoi», diceva S. Agostino; «per l’uomo giusto non vi è legge», ha scritto S. Giovanni della Croce sulla cima del monte della perfezione, e ciò, ben lungi dal significare che l’amore dispensi dall’osservanza della legge, dal dovere e dall’obbedienza, significa appunto che l’amore, quando è davvero perfetto, sostituisce e completa qualsiasi legge, avendo in se stesso la forza di slanciare l’anima alla più alta perfezione. 

Di quest’amore totalitario e purissimo, che impiega in Dio tutte le forze dell’anima senza nulla sottrargli, di quest’amore che va direttamente a ferire il cuore di Dio oltrepassando tutte le cose della terra, S. Giovanni della Croce ha scritto: «un pochino di puro amore è più prezioso al cospetto di Dio ed apporta maggiore utilità alla Chiesa... che non tutte le altre opere unite insieme» (C. 29, 2). Non vi può essere, infatti, attività più intensa e più sublime di quella che concentra ed occupa in Dio tutte le energie e le capacità della creatura. È l’attività eterna degli angeli e dei santi del cielo, è l’attività che, quasi gareggiando con essi, possono iniziare fin da quaggiù le anime pervenute all’unione totale con Dio. «Felice vita, felice stato e fortunata l’anima che vi giunge! dove tutto è per lei sostanza di amore e gaudio e diletto nuziale» (ivi, 28, 10). 

Colloquio - «Come la sposa non in altri ripone il suo amore, il suo pensiero, la sua opera, fuorché nel suo sposo, così fa’, o Signore, che l’anima mia non abbia né affetti di volontà, né cognizioni d’intelletto, né sollecitudini, né appetiti che non siano rivolti a te. 

«Fa’ che non sappia fare altra cosa che amare te, Sposo divino. E vedendo che niente Tu apprezzi, né di niente ti compiaci all’infuori dell’amore, aiutami ad applicarmi tutto nel puro amore tuo, perché desidero di servirti perfettamente. 

«Non permettere che cerchi più il mio interesse, né vada dietro ai miei gusti e nemmeno mi occupi di altre cose o faccende a te estranee e da te aliene, ma fa’ che tutta l’anima mia sia impegnata in amarti. Tutte le mie azioni siano poste in esercizio di amore; tutto in me si muova per amore ed in amore. Nell’operare, voglio fare ogni cosa con amore, e nel patire, voglio soffrire tutto con gusto di amore. 

«Fa’ che possa ripeterti insieme con la sposa dei Cantici: “Tutti i pomi vecchi e nuovi li ho serbati per te”. Come se dicessi: o mio Diletto, desidero per me e per amor tuo tutto ciò che è aspro e faticoso, e tutto ciò che è soave e saporito, lo desidero per te» (G.C. C. 27, 7 e 8; 28, 2-10). 

«O Gesù, il mio cuore non aspira alle ricchezze […]; ciò che io domando è l’Amore! Non so più che una cosa: amarti, Gesù! 

«O Gesù mio, ti amo, amo la Chiesa madre mia, mi rammento che “il più piccolo atto di puro amore le è più utile di tutte le altre opere riunite insieme”. Ma il puro amore è poi nel mio cuore?... 

«O Gesù, fa’ che l’amore mi penetri e mi circondi; fa’ che ad ogni istante il tuo amore misericordioso mi rinnovi, purifichi la mia anima, e non vi lasci alcuna traccia di peccato!» (T.G.B. St. p. 241, 242, 223). 


[Scritto tratto da “Intimità Divina”, di Padre Gabriele di S. Maria Maddalena, pubblicato dal Monastero S. Giuseppe delle Carmelitane Scalze di Roma, imprimatur: Vicetiae, 4 martii 1967, + C. Fanton, Ep.us Aux.].