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venerdì 3 agosto 2018

Suore di clausura Udine

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Le donne che sentono nel proprio cuore di avere la vocazione alla vita matrimoniale, ma non riescono a trovare un fidanzato cristiano, possono leggere il seguente annuncio di un ragazzo che sta cercando una donna che sia fedele agli insegnamenti della Chiesa Cattolica. Cliccare qui per leggere l'annuncio.


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Alle ragazze friulane che cercano un buon monastero di clausura in provincia di Udine, o in altre province italiane, nel quale fare un'esperienza vocazionale per riflettere sullo stato di vita da eleggere, consiglio di sceglierne uno nel quale il carisma dell'istituto religioso preferito viene vissuto con maggiore perfezione e carità. La vita religiosa è meravigliosa, poiché consente di vivere più uniti a Gesù buono e di seguire più facilmente la via della perfezione cristiana.



Bisogna darsi da fare per ubbidire alla divina vocazione. Voglio riportare un brano di una lettera che mi scrisse una mia amica attratta dalla vita monastica: "Il mio più grande desiderio è quello di consolare Gesù, curare le sue piaghe, adorarlo, asciugare le sue lacrime, passare la mia vita con Lui, dargli tutto, non tenere niente per me, e sacrificare tutto per amor suo, vivere di Lui, per Lui, in Lui; amarlo fino a fondermi completamente in Lui, contemplarlo, supplicarlo di salvare i peccatori, di accordare la sua misericordia, di dar loro la fede. Voglio consolare Gesù per tutti gli oltraggi fatti al suo Sacro Cuore e al Cuore Immacolato di sua Madre. Se potessi, mi piacerebbe fargli dimenticare tutte le sue sofferenze, asciugare le lacrime che ha versato per noi."



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Dagli scritti di Padre Alfonso Rodriguez, S. J. (1526-1616).

 Per conservare questa virtù è necessario in modo speciale esser vigilanti nelle piccole cose

   Quanto più questa virtù della castità è nobile e preziosa, tanto più è necessaria una cura diligente per conservarla. E, se in tutto è necessario dar molta importanza alle piccole cose, come dice il Savio: «Chi trascura le piccole cose a poco a poco rovina» (Eccli, 19, 1), tanto più ciò è necessario in questa virtù, perché qualsiasi cosa, per piccola che sia, la appanna. Vediamo ogni giorno che le cose belle e preziose sono, deteriorate da una lievissima macchia, e tanto più, quanto più sono eccellenti e preziose. Ebbene; lo stesso avviene della nobilissima e bellissima virtù della castità, tanto che possiamo dire che non esiste virtù più delicata.
   Un santo, frate Egidio, paragona la castità ad uno specchio lucido e terso che un leggero respiro appanna; così la castità: per cose lievissime perde il suo splendore e la sua bellezza. È perciò necessaria un'estrema cura nella mortificazione dei sensi, bisogna tagliar subito corto i cattivi pensieri e fuggirne le occasioni. Come la fiamma lascia un segno dovunque si fermi, più o meno profondo secondo il tempo che si è fermata, e se non giunge a bruciare, per lo meno oscura così queste cose, anche se non arrivano a bruciare, lasciano un segno ed eccitano nell'anima pensieri ed immagini contrari alla castità e nel corpo moti cattivi e disordinati.
   Molto giustamente il nostro santo Padre disse: Ciò che appartiene al voto di castità, non ha bisogno d'esposizione (Const., p. 6, c. 1, § 2). Non si può dire: Fin qua non mi brucerò, ma un tantino più innanzi, sì; fin qui è lecito, un po' più avanti, no! Non si può dire in materia di castità: Giungerò a questo punto e non andrò più avanti; quanto meno ci pensi, passi dove non avresti mai pensato. Chi si lascia andare per un pendio molto ripido crede di potersi fermare al posto che vuole, ma il peso del corpo e la scivolosità della pietra lo fanno passar oltre, pur senza averne l'intenzione da principio. Così qui! È un pendio in cui il peso e la tendenza della nostra carne ci trascinano grandemente. Non ci permette, la delicatezza di questa virtù di avvicinarci tanto al pericolo; è un tesoro che portiamo in vasi di creta (Cfr. II Cor 4, 7), che ad un piccolo urto si spezza. Si deve perciò avanzare con sollecitudine e diligenza, precludendo il passo ad ogni movimento disordinato, in modo che la passione non s'impossessi del nostro cuore.
   Di uno degli antichi Padri si legge che possedeva questo dono in modo eminente e aveva una cura estrema nello spezzare i cattivi pensieri anche minimi fin dal principio, nel guardare, nel conversare e nel trattare. I suoi compagni gli chiedevano:
   ? Padre, perché temi tanto, se il Signore ti ha reso forte nel dono della castità?
   Ed egli rispondeva:
   ? Badate: se io, da parte mia, faccio ciò che devo anche nelle cose piccole e di poca importanza, il Signore mi aiuterà a non cadere in cose maggiori; ma se io, negligentemente, comincio a trascurare ciò, non so se mi aiuterà; o, per lo meno, meriterò che la sua mano mi abbandoni, mettendomi in pericolo di cadere. Pertanto, continuava, vorrei far sempre tutto quello che è in mio potere per non commettere negligenze, anche in cose piccolissime (Cronaca dell'Ordine dei Minori, part. 2, l. 4, c. 44).
   Di S. Tommaso il Surio racconta che, pur avendo ricevuto da Dio in modo del tutto soprannaturale il dono della castità, pur non sentendo mai nessuna tentazione, anzi avendo appreso dagli angeli che non avrebbe mai perduta la castità ricevuta, tuttavia metteva una estrema cura nel custodire lo sguardo, non guardando donne, né altra cosa che potesse nuocergli. Ebbene, così dobbiamo fare anche noi, se vogliamo conservarci nella purezza di questa virtù; altrimenti abbiamo forti ragioni di temere qualche caduta. Questo diceva il santo Giobbe: «Feci un patto coi miei occhi», imposi loro la legge di non guardare donne, per evitare i cattivi pensieri che potrebbero venirmi; e aggiungeva: Se non facessi così, «quale parte di lassù avrebbe Dio per me?» Come se dicesse: Se non mettessi tanta cura nel custodirmi, nel fuggire le occasioni, nello spezzare i cattivi pensieri, nel non trascurarmi nelle piccole cose, cadrei in qualche cattivo desiderio che mi farebbe perdere Dio.
   Il demonio si comporta in ciò come un ladro di professione quando vuole derubare una casa ben chiusa. Fa tesoro di una feritoia o di una finestrina e, dove non può entrare lui, fa passare un ladruncoletto, perché entri e gli apra la porta. Così il demonio, fa penetrare pensieri cattivi, uno sguardo leggero, e altre cosette, come ladruncoli che gli aprano la porta; è quindi di grande importanza prevenire le occasioni molto da lontano, nella convinzione che è ben spesa ogni cura in questo campo.
   Cassiano riporta a questo proposito il pensiero di S. Paolo (Cfr. I Cor 9, 25): Se gli atleti, per non debilitare le loro forze, si astengono da ogni eccesso che avrebbe potuto essere nocivo, si guardavano dall'ozio e si dedicavano ad ogni specie di esercitazioni che potesse accrescere le loro energie; non solo, ma per divenire leggeri e forti si legavano ai reni lamine di piombo per non fare nel sonno movimenti che diminuissero il loro vigore, e tutto ciò per ottenere una corona corruttibile; che non dovremmo far noi per ottenere quest'angelica virtù e una corona eterna?


[Brano tratto da "Esercizio di perfezione e di cristiane virtù" di Padre Alfonso Rodriguez].