Questo blog è gestito da un fedele laico che stima la vita contemplativa delle claustrali.

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martedì 19 agosto 2014

Dal giornalismo al convento

Tra le lettrici del blog vocazionale vi era anche una giovane giornalista, la quale in passato viveva mondanamente come se Dio non esistesse, ma dopo la sua conversione ha cominciato a sentirsi attratta alla vita religiosa. Molto gentilmente ha accettato di rispondere a una serie di domande, ed è venuta fuori una specie di “intervista” che ripubblico volentieri perché è davvero edificante.

Quando vivevi in maniera mondana, ti sentivi felice e con la pace nel cuore?

No, non ero in pace. Cercavo l'esagerazione, il divertimento e soprattutto l'amore nel modo sbagliato. Ovviamente, come tutte le illusioni, i primi tempi è "tutto bello", poi però c'è qualcosa che ti lascia una scia di tristezza. Era una felicità che mi sfuggiva dalle mani. Cercavo di prenderla, ed ogni volta scappava. Finiva. Mi lasciava vuota. Nonostante avvertissi tutto ciò, non avevo ancora toccato "il fondo" per risalire. Nel mio cuore infatti c'erano l'ambizione alla carriera, la voglia di essere sempre più bella e piacere agli uomini, e di farmi una famiglia (cosa buona) ma che cercavo di fare sulle basi dei valori proposti dal mondo: la bella casa, il bel fidanzato, i gioielli, le vacanze, ecc.

Come è avvenuta la tua conversione?

La conversione è avvenuta perché Qualcuno è venuto a prendermi. Avevo il fidanzato e non vivevo certo in castità. Lui lavorava in televisione ed io ero affascinata da questo mondo e dal potere che aveva. Iniziai qui infatti ad innamorarmi del giornalismo. All'inizio era tutto bello. Sembrava che fosse davvero l'amore della mia vita. Avevo anche litigato con i miei genitori per vivermi questa storia. Nel frattempo mi laureo e dopo un susseguirsi di soddisfazioni nasce dentro di me una strana inquietudine. Ora, la chiamerei una "sana inquietudine". Cioè mi capitava questo: in ogni posto dove andavo con il mio ragazzo, non mi sentivo al mio posto. Non so, ti faccio qualche esempio. Andavamo ad una mostra ed io volevo uscire fuori. Andavamo a vedere una rappresentazione teatrale ed io non mi sentivo bene lì. Non capivo che era Gesù che mi stava cercando. L'ho capito più in là, ma quello, ne sono certa, è stato il primo forte richiamo di Gesù. Mi sentivo insoddisfatta e mi sembrava che tutto non avesse più senso. Litigavo sempre più spesso con il mio ragazzo e diventavo sempre più triste. Decisi così di mollarlo. Per un po' andò meglio, nonostante la sofferenza affettiva che provavo perché non capivo cosa mi stesse succedendo. Davo intanto la colpa agli altri. Al mondo e alle persone. Ma Gesù non mi lasciò sola. Mi buttai nel lavoro. Ero sempre più vanitosa. Avevo le giornate belle piene ma quando tornavo a casa e chiudevo la porta della mia camera, mi veniva da piangere a più non posso. Ero infelice!!! E avrei voluto gridarlo al mondo intero. Ma non capivo il perché. In fondo, mi dicevo, ho tutto. Avevo un lavoro bello, i ragazzi non mi mancavano... ma ero triste. Sono state le parole del Vangelo e il diario di Santa Faustina a darmi LUCE. Mi è bastata la parola di Gesù: "IO SONO LA VIA, LA VERITA', LA VITA'" a farmi capire improvvisamente tutto. E a farmi chiedere: ma io per cosa vivo questa vita? Mi sono sentita amata da Gesù in una maniera così grande e unica che poi mi sono buttata a cercare libri su Gesù, preghiere e tutto quello che lo riguardava. Ma soprattutto ho iniziato a cercarlo ed ho scoperto che Lui è stato sempre a fianco a me. Sono esplosa nel vero senso della parola. Ho iniziato ad andare a Messa quasi tutti i giorni, a pregare, a parlare con Gesù. Per me è stato come innamorarmi di un Uomo. Il resto non aveva più senso per me. Quando qualcuno nominava l'Eucaristia, la Messa o la Parola di Dio mi batteva forte il cuore. Ho scoperto L'AMORE GRANDE di un Padre che prima ignoravo. Da qui è iniziato il cambiamento. Ci tengo a dire che non è stato un cambiamento avvenuto dal giorno alla notte. È stato proprio un cammino in salita che ho fatto muovendo un passo alla volta. E tuttora sto camminando nella stessa montagna. La conversione dura tutta la vita!

Quando hai cominciato a sentirti attratta alla vita religiosa?

Sentivo che questo amore cresceva sempre di più. Più scoprivo l'amore di Dio e più nasceva in me il desiderio di rispondere a questo AMORE. Quando ho sentito per la prima volta l'attrazione alla vita religiosa, ovvero a dedicare tutta la mia vita per Gesù, mi sono detta: "eh si, ma cosa vado a pensare, ma figurati se Gesù sceglie proprio me e perché proprio io?". Non ci volevo credere. Più mandavo via questo pensiero e più tornava. Andavo perfino da alcuni preti raccontando tutte le cose negative su di me perché loro mi dicessero che non poteva essere che Gesù mi chiamava. MA GESÙ ORMAI MI AVEVA PRESA. E l'ho capito quando ho visto che la mia vita non avrebbe avuto senso se non vissuta solo per Lui.

Cosa hanno detto i tuoi amici e conoscenti quando hanno saputo che intendi entrare in convento?


Non sono stata vista tanto bene. E la cosa che mi ha stupito di più, e mi dispiace dirlo, è che alcune critiche sono arrivate proprio da alcuni fedeli che frequentano la chiesa. Mi sono accorta che ci sono molti fedeli che non simpatizzano molto per le suore. Spesso sono considerate delle fallite, o comunque un esempio da non imitare. Comunque delle critiche non mi importa. Ho scelto Gesù e sono contenta.

Tu sei giornalista, tante persone vorrebbero avere il tuo lavoro, cos'è che ti spinge a lasciare tutto per abbracciare la vita religiosa?

Cosa vuoi che sia il mio lavoro da giornalista in confronto alla morte in croce che Gesù ha dovuto affrontare per me? Cosa vuoi che siano tutti i successi di questo mondo, e i ragazzi che potrei avere in confronto all'AMORE DI GESÙ? Io credo proprio nulla.