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sabato 28 luglio 2012

Passione di Gesù

Una ragazza partecipò più per curiosità che per devozione alla Messa “in Coena Domini” del giovedì santo. Nella tarda serata tornò in chiesa per l'adorazione eucaristica. Pensò alle ultime ore di Gesù buono su questa terra, quando Egli, pur essendo Dio, si umiliò nel lavare i piedi ai suoi Apostoli, ed istituì il Sacramento dell'Eucaristia per poter fare comunione con gli esseri umani sino alla fine del mondo. Pensò anche alla sua agonia nell'orto del Getsemani, ma ciò che la colpì maggiormente fu il pensiero che Gesù aveva patito tutte quelle sofferenze per lei, per espiare al suo posto le pene meritate dai suoi peccati. Il giorno seguente meditò sulle atroci sofferenze del Redentore nel giorno della sua morte in croce. Pensare che Gesù buono si sarebbe lasciato giustiziare innocentemente per salvare anche lei sola, la fece piangere di tenera compunzione. Sentiva di essere amata in modo ineffabile da un Dio così buono e misericordioso, e nello stesso tempo sentiva che a causare la dolorosa Passione di Cristo furono anche i suoi peccati. Da quel giorno cominciò a meditare anche sulla vocazione, aveva 17 anni ed era studentessa di ragioneria. Cominciò a seguire la Messa ogni giorno, e fece amicizia con un'altra ragazza che frequentava quotidianamente la chiesa. Diplomatasi in ragioneria, si iscrisse ad economia e commercio, ma un giorno la sua amica la invitò alla professione religiosa di sua sorella, la quale era entrata tra le Suore Francescane dell'Immacolata, ordine religioso di stretta osservanza fondato da Padre Stefano Maria Manelli. Quando vide queste giovani suore, rimase incantata dalla luce quasi magnetica che emanavano i loro volti. Erano persone piene di gioia interiore, e questa gioia traspariva sui loro volti, una gioia che non si trova sulle facce delle persone mondane, anche se immerse nei divertimenti sfrenati del secolo. La gioia delle suore era una gioia vera. Così quella studentessa decise di fare un ritiro di alcuni giorni presso un convento delle Francescane dell'Immacolata. Fu un'esperienza straordinaria, le sembrava di stare in paradiso. Lì ebbe la conferma che la sua era vera vocazione. Finalmente aveva trovato la risposta a tutti i suoi interrogativi, ma soprattutto aveva trovato la pace interiore. Tornata a casa per sbrigare le ultime faccende, parlò della vocazione alla sua famiglia solo qualche settimana prima della partenza definitiva. Il 2 agosto successivo, nella festa della Madonna degli Angeli, entrò in convento dando l'addio al mondo e a tutte le sue vanità che non possono rendere felice il cuore umano. Nel silenzio della sua povera cella, piena di letizia spirituale, poteva finalmente ringraziare la Madonna Mediatrice di tutte le grazie per averle dispensato la grazia della vocazione religiosa, facendola così diventare sposa di Gesù Cristo.