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domenica 1 luglio 2018

Suore di clausura Mantova

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Le donne che sentono nel proprio cuore di avere la vocazione alla vita matrimoniale, ma non riescono a trovare un fidanzato cristiano, possono leggere il seguente annuncio di un ragazzo che sta cercando una donna che sia fedele agli insegnamenti della Chiesa Cattolica. Cliccare qui per leggere l'annuncio.


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Alle donne di Mantova che cercano un buon monastero di suore di clausura in cui iniziare un discernimento vocazionale consiglio di contattare qualche monastero in cui si viva in maniera fervorosa e osservante, cioè osservando fedelmente le proprie Costituzioni. La vita religiosa contemplativa è semplicemente meravigliosa! Ti consiglio di contattare un monastero al quale chiedere di poter fare un'esperienza vocazionale e vedere coi tuoi occhi in cosa consiste la vita monastica.







Dagli scritti di Padre Alfonso Rodriguez, S. J. (1526-1616).

Tre gradi di povertà

      I santi e i maestri di vita spirituale distinguono tre gradi di povertà. Il primo, di quelli che lasciarono esteriormente le cose del mondo, ma non interiormente e con la volontà, conservandone l'affetto; di questi tali abbiamo già detto che non sono veri poveri, ma finti e che usurpano il nome di religiosi. Il secondo è di chi ha lasciato le cose del mondo effettivamente e con la volontà, e anche nella vita religiosa ha lasciato l'affetto alle cose superflue, ma lo conserva grande alle cose necessarie; questi tali curano grandemente che non manchi mai loro nulla di necessario, cercano i loro comodi in tutto, nella cella, nel vestito, nel cibo e in tutto il resto, e se manca loro qualche cosa se ne risentono e si lamentano; anche questa non è povertà perfetta. Dice S. Bernardo: fa veramente pena vedere come ci siano oggi tanti che si gloriano del nome di poveri e vorrebbero esserlo davvero, ma non vogliono che manchi loro nulla, bensì che tutto sia perfetto (S. ALBERT. MAG. in paradiso animae, c. 5; Serm. 4 de adventu, n. 5). Questa non è povertà, ma ricchezza che neppure i ricchi del mondo possono realizzare, perché anch'essi mancano di tante cose: qualche volta, perché non hanno ciò che vorrebbero; qualche altra, per non spendere, sopportano più di quello che sopportiamo noi per amore della virtù; altre ancora, benché spendano ed abbiano i loro servi, non riescono a soddisfare i loro gusti. E tu che sei religioso, che professi la povertà e ne hai fatto un voto, non vorresti sentir nessuna necessità e soffrire qualche cosa? Ciò non è essere amico della povertà, ma della comodità e voler che tutto sia perfetto. Probabilmente nel mondo qualcosa ti sarebbe mancato; non è ragionevole che nella vita religiosa, dove siamo venuti per mortificarci e far penitenza, abbiamo maggiori comodità di quelle che avremmo avute nel mondo.
    Se vogliamo giungere alla perfezione di questa virtù e rispondere coi fatti al nome di religiosi in modo che con esso concordi la vita, dobbiamo cercare di passare al terzo grado di povertà che è la povertà anche delle cose necessarie. Bisogna non solo lasciar l'affetto, non solo le cose superflue e quelle di cui si può fare a meno, ma anche le necessarie, in modo da essere anche in esse veramente poveri e mostrare il nostro desiderio di povertà. Poiché non possiamo lasciarle del tutto, prendiamo almeno misuratamente quello che è strettamente necessario; non ampliamo tale necessità, ma cerchiamo di diminuirla, rallegrandoci se possiamo soffrire qualche cosa per amore di povertà. Dice un santo: La lode del povero non sta nella reale sua povertà, ma nel fatto ch'egli l'ama, se ne rallegra e sopporta con gioia le privazioni che dalla povertà derivano, per amore di Cristo (S. VINC. FERR., de vita spirit., c. 1). Chi vuole sperimentare se è povero in spirito e se progredisce in questa virtù, osservi se si rallegra degli effetti della sua povertà e della visita degli amici di questa: la fame, la sete, il freddo, la stanchezza, la mancanza di vesti. Osserva se ti fa piacere il vestito vecchio o le scarpe rattoppate; se ti rallegri quando ti manca qualcosa a tavola o si dimenticano di te, o ciò che ti servono non è proprio secondo il tuo gusto, o quando la cella non è ben arredata: se queste cose non ti fanno piacere, se non le ami, se piuttosto da esse rifuggi, non sei ancora giunto alla perfezione della povertà in spirito, che illustreremo più avanti.

[ Brano tratto da "Esercizio di perfezione e di cristiane virtù" di Padre Alfonso Rodriguez].